L’odore dei passi sul corridoio
Ha la luce di quel giorno che non so
Ma che ricordo
E’ il colore del grano d’agosto
Dopo la mietitura
E il tanfo dell’asfalto e del piombo
Di via Tiburtina.
Tracima dal chiasso del colloquio
Il sudore acre del veleno che ancora ingoio
“…non mi sembra il tempo di modificare…”
… è una vita…
Quella vita che è rinata,
Una primavera obbligatoria
In cui mi sono arruolato
Altre scelte non ce n’erano
Sarebbe stato l’inverno,
Il buio, o forse
La luce dell’estasi
O forse, un semplice processo di putrefazione
Scelta obbligata la mia
Ringrazio tutti:
il regista, gli sceneggiatori, gli attori tutti
ed io, che alla fine ho accettato il ruolo di coprotagonista
ciak, si gira
Tommaso Putignano